By Patrizia Rossato Mari
Posted in Arte, Cultura, Lifestyle, Personaggi
Afflato mistico e religioso, paura dell’omosessualità, del desiderio erotico perverso; omaggia Sade e Foucault, due diversi maestri della liberazione dal potere e dalle sue catene; gioventù e suicidio… questi e altri temi scandalosi sono al centro dell’opera di Pierre Klossovski, pittore e filosofo francese. Intellettuale ai margini della cultura accademica, le sue idee proliferarono nelle filosofie del periodo detto del post-strutturalismo. La sua attività di pittore è relativamente poco nota, mescolata com’è a quella di intellettuale tout court. Le sue immagini sono eseguite sotto forma di disegni figurativi dal tratto curvo di una matita lieve, solo talvolta colorata in toni tenui. I temi scelti fanno però da contraltare a questa atmosfera pastello toccando i temi forti della sensualità, del sadismo, dell’erotismo a sfondo magico, di un mondo mistico dove l’amore e il diavolo finiscono per compenetrarsi. Negli anni Quaranta visse soprattutto come critico letterario e filosofico, pubblicando lavori su Reiner Maria Rilke, Georges Bataille, André Gide e ancora Jouve, Blanchot, Parain, Kafka, Barbey d’Aurevilly. I suoi rapporti personali più intensi furono quelli con il filosofo che teorizzava l’abietto, Georges Bataille; il pittore che sgocciolava sul foglio le sue scritture automatiche, André Masson; una serie di surrealisti della parola e dell’immagine, con cui fondò le riviste “Contre-Attaque” e “Acéphale”; al contempo, contribuì all’attività del prestigioso Collège de Sociologie.
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