By Patrizia Rossato Mari
Posted in Appointment, Architettura, Arte, Design, Editor Pick | Tags : architecture, bauhaus, berlino, centenario, design, dessau, funzionalismo, gropius, hausamhorn, modernism, razionalismo, repubblicadiweimar, turingia, vanderrohe
1919, Weimar. Sull’onda di movimenti artistici impegnati a cercare una sintesi tra belle arti e arti applicate (Arts and Crafts, Deutscher Werkbund), l’architetto Walter Gropius fonda la Staatliches Bauhaus, Istituto superiore d’arte, con l’intento di avvicinare il disegno e la forma al mondo della produzione industriale, optando per un’arte non più elitariamente fine a se stessa ma in armonia con la funzione; grazie a tale svolta architettura d’interni e design, cioè mobili e manufatti, si trasformano in terreno d’applicazione di ricerca estetico-formale. L’arte accessibile nella vita quotidiana, persa la propria ‘aura’ – come ci spiega Walter Benjamin – a causa del suo ingresso nel mondo della produzione seriale, può così diventare prerogativa anche delle masse influendo come principio educativo e di elevazione.
Le Avanguardie sfrondavano l’arte dei significati tradizionali imposti dalla cultura borghese, con estrema libertà espressiva ne mettevano in risalto la carica distruttiva e di rimozione : all’arte come mimesi faceva da contraltare quella dello sperimentalismo radicale che aboliva il concetto stesso di ‘opera’, facendosi spaesante, decostruttiva, provocatoria, arma di scavo e sabotaggio delle abituali configurazioni artistiche. L’utopia insita nel processo che asserviva l’artista alla creazione dell’oggetto bello e utile abbracciava la lotta di classe e politica. Ideato dallo stesso Gropius, il termine Bauhaus richiama il medievale Bauhutte, indicante la loggia dei muratori.
Fu sempre Gropius a realizzare gli edifici della scuola, capolavoro di architettura oltre che esplicito manifesto, per la perfetta coerenza delle forme con l’intento pedagogico perseguito. Ma Bauhaus soprattutto identifica il programma scientifico che pose al vaglio la teoria della validità artistica della produzione seriale: il programma educativo applicato bandiva l’antinomia arte-artigianato con il fine dell’armonica unificazione di tutte le arti. Pertanto, l’ordinamento prevedeva due corsi paralleli e coordinati: uno, guidato da un ‘maestro artigiano’, sui materiali e i processi di lavorazione; l’altro, guidato da un ‘maestro della forma’, consacrato al disegno e alla teoria della forma. Il metodo didattico risentiva dell’influsso delle teorie pedagogiche progressiste dell’epoca, da Montessori a Dewey a Cizek, basate sul principio che fosse possibile stimolare e liberare il potenziale creativo di ognuno. Le idee della scuola, ispiratrici di tutti i movimenti d’avanguardia funzionalisti e razionalisti, costituiscono punti di riferimento essenziali nella corrente del Modernismo europeo e un momento cruciale del dibattito novecentesco sul rapporto tra cultura e tecnologia. Artisti influenti sulla scena europea a cavallo tra le due guerre, come Klee e Kandinskij, vi tennero corsi di insegnamento artistico generale così come in occasione delle esposizioni patrocinate dal governo di Weimar furono invitati attori di teatro e nomi di spicco della cultura musicale d’avanguardia, da Hindemith a Busoni a Stravinskij.
Nel 1925 la scuola si trasferì a Dessau, dove venne costruito il famoso edificio-simbolo di Gropius e dove un crescente spazio venne dato alla neonata sezione di architettura con un programma di tipo “essenzialmente funzionalistico e collettivistico oltre che molto attento alle tecniche costruttive” (Gropius). Tuttavia, dato il contesto postbellico di ribollente scontro ideologico, il sussistere di un’esperienza culturale tanto radicale e cosmopolita, oltre che di evidente ascendenza filo-comunista, non poteva che scontare il montante nazionalismo e la rivendicazione germanica di un’appartenenza di ‘sangue e suolo’. Passata sotto la direzione dell’architetto Mies van der Rohe e da ultimo stabilitasi a Berlino, con l’ascesa del nazismo al potere, come tanti altri movimenti, divenne oggetto della lotta del regime all’arte e alla cultura contemporanea bollate dalla propaganda come ‘degenerate e antipatriottiche’. La chiusura definitiva giunse nel 1933 a seguito di una perquisizione della Gestapo.
LUOGHI DEL BAUHAUS – ORGANIZZARE LE TAPPE DEL VIAGGIO
Per visitare i luoghi del Bauhaus, disseminati in Turingia e Sassonia, vi consigliamo, una volta atterrati a Francoforte, di recarvi in treno fino a Weimar e di soggiornarvi presso il Grand Hotel Russischerhof
quindi, noleggiata un’auto, di recarvi prima a Jena e quindi a Dessau.
Molti i luoghi da visitare, dalla Bauhaus Universitat www.uni-weimar.de/de/universitaet/start/
al Bauhaus Museum www.bauhausmuseumweimar.de/en/
al prototipo abitativo della Haus am Horn, attualmente in fase di ristrutturazione ma la riapertura è prevista per maggio
www.klassik-stiftung.de/einrichtungen/museen/haus-am-horn
all’edificio della Mensa am Philosophenweg, realizzato da Ernst Neufert a Jena, città-natale di Schiller
architecture.uic.es/2014/03/17/happy-birthday-ernst-neufert/jena__mensa_rdax_275x182/
per citarne solo alcuni. By PM
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